Nato, cosa ha deciso sull’adesione dell’Ucraina
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Un documento piuttosto tiepido spegne le promesse degli atlantisti di Kyiv. Il comunicato ufficiale del vertice Nato in conclusione mercoledì 12 luglio a Vilnius, in Lituania, si impegna a “estendere un invito” all’Ucraina a entrare nella Nato quando “gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte“. Se è stato ribadito, a oltre 500 giorni dall’invasione russa, il sostegno all’adesione dell’Ucraina, e il “futuro” di Kyiv nell’alleanza, la questione ha messo in luce le divisioni tra i membri sulla strategia da adoperare in questa guerra. Il documento è una mediazione tra diverse vedute.

Il segretario generale Jens Stoltenberg ha dichiarato in conferenza stampa che la Nato estenderà all’Ucraina l’invito ad aderire all’alleanza militare quando “i membri saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte“. E poi: “Abbiamo riaffermato che l’Ucraina diventerà un membro della Nato e abbiamo concordato di rimuovere il requisito di un piano d’azione per l’adesione“, ha aggiunto Stoltenberg. La decisione comporterà l’abbandono del Map (Membership action plan), cioè tutte le tappe intermedie del percorso di avvicinamento di un paese candidato, che saranno saltate.

L’impegno Nato prevede anche un programma di aiuto annuale da 500 milioni di euro per rendere le forze ucraine sempre più “interoperabili” con quelle della Nato. All’Alleanza ci tengono a sottolineare che si tratta di un passo avanti “concreto“. Infine, il rafforzamento dei legami politici con la creazione del Consiglio Nato-Ucraina, che ha debuttato mercoledì, con la presenza del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Si è seduto alla pari con gli altri 31 alleati, più la Svezia. Quando sarà il momento, l’Ucraina entrerà subito. Ma il politica “subito” cosa vuol dire? A conflitto finito, e vittoria raggiunta? Quel momento potrebbe anche non arrivare mai.

Zelensky: “L’incertezza è debolezza”

È rimasto, infatti, il nodo dell’invito ufficiale. Nessun calendario in vista, nessuna data precisa. Il primo deluso è perciò Zelensky, il quale pure non credeva a un’invito senza condizioni e in tempi brevi, e non ha pronunciato nessun discorso all’assemblea. Al contrario, in una dichiarazione aveva criticato come “senza precedenti e assurda” la mancanza di una chiara tempistica per l’adesione dell’Ucraina alla Nato, e ha anche attaccato le “condizioni vaghe” della Nato per l’invito di Kyiv.

Alla fine, dopo giorni di esitazioni, Zelensky ha deciso di partecipare al vertice. Su Twitter, mentre si recava all’incontro, Zelensky aveva però scritto di aver ricevuto “segnali che certe formulazioni [sull’adesione dell’Ucraina, ndr] vengono discusse senza l’Ucraina“. Aveva anche sottolineato che Kyiv “merita rispetto“. Un tono passivo aggressivo forse più rivolto al pubblico di abitazione, in cerca di risultati tangibili, che agli alleati internazionali .Non sono mancate, alla luce della dichiarazione delle Nato, le critiche di alcuni esperti di politica internazionale.



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di Paolo Mossetti www.wired.it 2023-07-12 10:46:42 ,

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